Pedru e Tognu
La storia è rigorosamente vera, databile fra il 1930 e il 1940, chiameremo, con nomi di fantasia, i protagonisti Pedru e Tognu. Abitavano in un paese dell’alta valle Staffora e per comprare un vitello che, accoppiato ad un altro che già avevano avrebbe fatto una “cubia”. Pedru si accorda con l’amico Tognu e decidono di andare alla più importante fiera della zona, quella di Cabella.
Partono che è ancora notte e all’alba sono già sulle pendici dell’Ebro poi seguendo una mulattiera scendono a Cabella. Il percorso è stato lungo e prima di prendere la strada del ritorno decidono di mangiare qualche cosa e di togliersi la sete, che, data la strada era tanta.
Nel primo pomeriggio si recano alla fiera del bestiame, con occhio esperto esaminano i vari bovini, poi contrattano il prezzo e, uno davanti all’animale e uno dietro, imboccano il ripido sentiero del ritorno che risale verso l’Ebro.
Erano arrivati sotto il crinale del Chiappo quando l’animale si ferma e Pedru, che era dietro dice a Tognu “e mansu u pisa dadrè”. Segue qualche minuto di silenzio, poi Pedru si rivolge a Tognu egli dice “thé ad dagu 5 sodi ma dilu a insoi”.
Tognu mette in tasca e riprendono silenziosamente la strada del ritorno, però giunti sopra il paese da dove erano partiti, si ferma e dice all’amico “thé ad dagu indré i to sodi ma questa chi u guar ch’a la diga”
Ed è stato così che anche noi l’abbiamo saputa!